Legge tedesca LKsG: una grande opportunità per la subfornitura della Germania

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20 Luglio 2023

La Germania, uno dei maggiori partner commerciali dell’Italia, ha recentemente approvato la Lieferkettengesetz (LKsG), una normativa sui doveri nella catena di approvvigionamento. Questa legge offre una grande opportunità ai partner contrattuali della Germania in quanto permette di stabilire legami più solidi e sostenibili. È importante dimostrarsi pronti e preparati, in modo da non farsi rimpiazzare da altri fornitori.

Vediamo nel dettaglio cosa sancisce e a chi si applica la LKsG.

La legge LKsG, entrata in vigore il 1° gennaio 2023, riguarda le imprese tedesche che hanno almeno 3000 dipendenti e tutte le imprese fornitrici della stessa coinvolte nella catena di approvvigionamento. Dal 1° gennaio 2024 saranno coinvolte anche le imprese con almeno 1000 dipendenti.

La nuova normativa impone alle imprese ciò che già nel 2016 era stato indotto su base volontaria dal NAP (Nationaler Aktionsplan Wirtschaft und Menschenrechte der Bundesregierung), ovvero la responsabilizzazione delle imprese tedesche nel rispetto dei diritti umani, stabilendo standard uniformi e verificabili a livello globale.

Nel grafico che proponiamo di seguito abbiamo rappresentato in percentuale quante sono, sul totale, le grandi imprese tedesche.

Distribuzione imprese Germania - Digital4Export

Fonte (https://www.eim.com/it/internazionalizzazione-aziende/)

Il grafico mostra come, sulla totalità delle imprese in Germania, il 12% sono grandi imprese. Questo dato non è da sottovalutare: confrontando gli stessi parametri tra Italia e Germania, risulta che le grandi imprese tedesche siano più del doppio rispetto a quelle italiane (5%).

 

Obiettivi della legge sulla catena di approvvigionamento

L’obiettivo primario della legge sulla catena di approvvigionamento è la tutela di due aspetti fondamentali del concetto di sostenibilità: la salvaguardia dei diritti umani fondamentali e dell’ambiente. Tramite questa legge la Germania si impegna a garantire e rispettare questi principi non solo presso le proprie aziende, ma lungo tutta la catena di approvvigionamento. Le aspettative riguardo la LKsG sono grandi, si prevede che i suoi effetti si estendano anche a tutte le aziende più piccole, coinvolte nella catena di fornitura.

Le imprese devono tutelare i diritti umani e la sostenibilità, tra i principali troviamo:

  • protezione contro il lavoro minorile, il lavoro forzato e la discriminazione;
  • salute e sicurezza sul lavoro;
  • il diritto a salari equi;
  • il diritto di formare sindacati;
  • prevenzione di pratiche violente, che possono ledere la sicurezza e la dignità dei lavoratori;
  • protezione contro l’accaparramento dei terreni;
  • protezione contro le violazioni ambientali;
  • rispetto delle convenzioni di Minamata, Stoccolma, Basilea.

 

Obblighi della legge sulla catena di approvvigionamento

La LKsG delinea obblighi ben precisi per le imprese: i cosiddetti core requirements. Questi sono stati definiti a vantaggio delle persone coinvolte nella catena di fornitura, delle stesse aziende e dei consumatori. In questo modo le grandi aziende tedesche garantiscono ora più che mai una produzione equa e sostenibile.

Vediamo ora quali sono i core requirements per le imprese:

  • istituire una struttura di governo dell’impresa;
  • formulare una politica aziendale e/o un codice di condotta;
  • istituire un sistema di gestione dei rischi, da aggiornare periodicamente;
  • definire misure preventive e adottare misure di mitigazione dei rischi;
  • definire azioni correttive;
  • attivare un sistema di gestione di segnalazioni e richiami;
  • documentare continuamente le attività, prevedendo un report annuale.

 

Quali imprese sono interessate dalla LKsG

Dal momento della sua approvazione la legge sulla catena di approvvigionamento interessa tutte le imprese che hanno almeno 3000 dipendenti. A partire dal 1° gennaio del 2024 saranno interessate dalla LKsG anche le imprese che contano 1000 dipendenti.

Più nel dettaglio, sono coinvolte:

  • le imprese tedesche, le filiali e le succursali di imprese tedesche che hanno l’amministrazione centrale, la sede principale, amministrativa o legale in Germania;
  • le imprese tedesche che hanno una filiale ai sensi della legge tedesca sul commercio (HGB 13d);
  • le imprese tedesche che hanno parte dei dipendenti distaccati all’estero e/o lavoratori internali, solamente se la durata dell’incarico supera i sei mesi;
  • le imprese tedesche che hanno dipendenti all’interno di imprese affiliate ai sensi dell’articolo 15 della legge tedesca sule Società per Azioni (Aktiengesetz).

Nel calcolo dei dipendenti dell’impresa vengono inclusi tutti i dipendenti impiegati in Germania in tutte le imprese affiliate, tutti i dipendenti della società madre e tutti i dipendenti dislocati all’estero.

La LKsG ha un forte impatto anche su fornitori diretti e indiretti coinvolti nella catena di approvvigionamento e di conseguenza anche sulle aziende italiane.

Di seguito proponiamo una mappa per capire meglio quali sono i soggetti coinvolti da questa legge:

Legge LKsG catena di fornitura - Digital4Export

 

Coinvolgimento dei fornitori all’interno della catena di approvvigionamento

La legge sulla catena di approvvigionamento coinvolge tutti i fornitori delle imprese tedesche. In particolare, ne differenzia due tipologie:

  • fornitori diretti;
  • fornitori indiretti.

Capiamo la differenza.

Per fornitore diretto s’intende il partner di un contratto per la fornitura di beni o la prestazione di servizi, le cui forniture sono necessarie per la produzione di un prodotto dell’impresa o per la fornitura e l’utilizzo di un servizio della stessa.

Per fornitore indiretto invece, qualsiasi impresa che fornisce beni o servizi attraverso l’intermediazione di altri soggetti e le cui forniture siano necessarie per la produzione del prodotto dell’impresa o per la fornitura e l’utilizzo di un servizio per la stessa. Alle due tipologie di fornitori sono richieste differenti due diligence e compliance.

Le richieste nei confronti del fornitore diretto sono paritarie a quelle dell’impresa tedesca. Viene chiesto loro di adottare tutte le misure appropriate volte a raggiungere l’obiettivo di prevenire, ridurre al minimo o eliminare qualsiasi rischio attinente alla violazione dei diritti umani o dell’ambiente.

Proprio per questo motivo, al fornitore diretto viene chiesto di rispettare i core requirements elencati sopra. Lo scambio tra l’impresa tedesca e il fornitore diretto si concretizza nel raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • la crescita della filiera;
  • la risoluzione delle criticità;
  • la non interruzione del rapporto di fornitura.

Al fornitore indiretto è demandato l’obbligo di applicazione della due diligence che si concretizza in:

  • procedura di gestione dei reclami e delle segnalazioni, accessibili anche a esterni e a terzi;
  • adeguate procedure per attivare, in caso di segnalazioni e/o violazioni dei diritti umani o ambientali, i protocolli seguenti:
    • analisi dei rischi;
    • azioni preventive nei confronti di fornitori indiretti interessati;
    • revisione/miglioramento delle procedure di prevenzione/eliminazione del rischio;
    • revisione della politica aziendale.

 

Conseguenze per chi non rispetta la LKsG

Cosa accade se un fornitore si rifiuta di adeguarsi ai requisiti di questa legge?

Se un fornitore non adempie adeguatamente ai propri obblighi, saranno imposte sanzioni amministrative che possono ammontare fino a 8 milioni di euro o fino al 2% del fatturato annuo. Il sistema delle ammende basato sul fatturato annuo si applica solo alle aziende che hanno un fatturato annuo superiore ai 400 milioni di euro (ad esempio per non aver adottato misure correttive o non aver agito tempestivamente). Inoltre, se viene inflitta un’ammenda superiore a € 175.000, le imprese vengono escluse dall’aggiudicazione di appalti pubblici per un massimo di tre anni.

L’autorità competente demandata al controllo della gestione della catena di approvvigionamento è l’Ufficio federale tedesco per gli affari economici e il controllo delle esportazioni (Bundesamt für Wirtschaft und Ausfuhrkontrolle o BAFA). Il BAFA è dotato di ampi poteri di vigilanza, può accedere ai locali commerciali, richiedere informazioni e ispezionare documenti, nonché esigere che le imprese intraprendano azioni concrete per adempiere ai loro obblighi e farli rispettare imponendo sanzioni pecuniarie.

Le aziende tedesche ed i loro fornitori diretti, tra cui le aziende italiane, saranno quindi tenuti a verificare non solo l‘operato interno della propria azienda ma anche l’intera filiera, identificando e valutando i rischi al fine di adottare misure per eliminarli. Così facendo la legge mira a coinvolgere tutti i partner contrattuali, sollecitando tutto il settore commerciale, produttivo e finanziario a adoperarsi nell’adozione o attuazione della propria compliance.

 

I principali vantaggi della LKsG per la subfornitura della Germania

In conclusione, le imprese fornitrici che per prime si interfacceranno con la legge potranno assicurarsi un potere contrattuale più forte e stabile nei confronti dei partner tedeschi. La grande possibilità rappresentata dalla LKsG è anche l’agevolazione nell’ingresso delle imprese fornitrici nel mercato o nei settori che fino ad ora erano preclusi. Questo è possibile in quanto le aziende tedesche interessate dalla legge, saranno inevitabilmente tenute a privilegiare i partner contrattuali che già soddisfino i requisiti o siano disposti a collaborare in modo costruttivo.

La LKsG, oltre a rappresentare un’opportunità per costruire rapporti commerciali sostenibili tra le imprese, è anche un banco di prova. Infatti, è in via di approvazione da parte dell’Unione Europea una legge analoga ma ben più specifica, per promuovere una cooperazione equa e sostenibile tra le imprese.

Legge LKsG fornitura sostenibile - Digital4Export

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